Lo zelo tutto italiano per la privacy

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La tutela della privacy nei confronti dei mezzi di comunicazione è perseguita negli ultimi anni con un’enfasi burocratica tutta italiana. L’applicazione di un giusto principio di rispetto dopo decenni di lassismo e di sostanziale giungla era ovviamente legittima e anzi doverosa. La tracimazione alla quale si è assistito nel nostro paese è però del tutto paradossale, non solo in raffronto a quanto avviene altrove (pensiamo agli Usa dove il diritto dell’accesso agli atti arriva fino ai documenti dei servizi segreti e del governo) ma soprattutto rispetto alla bulimia dell’esposizione di sé che irrora i profili di Facebook.

Si potrebbe liquidare il paradosso con la giustificazione che l’esibizionismo on line è un atto consapevole, mentre l’intromissione nella vita altrui è comunque una violenza. Ma quel che può essere comprensibile e anzi giusto per i privati cittadini non può e non deve diventare un comodo alibi per le persone che ricoprono un ruolo pubblico. Non a caso quelle che rivendicano maggiormente l’inaccessibilità alla loro sfera personale.

Emanuele Chesi

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