Al peggio non c’è fine

Chissà perché i temi più importanti sono ignorati

Di solito si dice che la politica è distante dalla gente. Probabilmente è vero. Ma, allo stesso tempo, è anche vero che i problemi reali interessano poco alle persone. Resta poi da capire se la colpa è dei politici che preferiscono cavalcare temi popolari, oppure se la responsabilità va cercata nella base preoccupata più a guardarsi l’ombelico o a ragionare di pancia. Ma colpe ne ha anche l’informazione che di fa dettare i tempi dai politici. 

Adesso un tema gettonatissimo è quello degli immigrati. Ha fatto la fortuna di Salvini. Per carità, è un’emergenza. E come tale andrebbe trattata. Perciò partendo dalle radici. Occupandosi solo della punta dell’iceberg non si daranno mai risposte adeguate. Soprattutto nel medio e lungo periodo. 


Il problema è proprio questo: non affrontare il problema alla radice. Cercando scorciatoie si da una risposta parziale e, nel medio/lungo termine, insufficiente. Prendiamo il tema della mancanza di tecnici. Riguarda la Romagna, ma non solo. In Italia c’è una carenza di ingegneri e scienziati. Io, professionalmente, ho seguito quasi una ventina di campagne elettorali (locali e nazionali), ma non ho mai sentito trattare l’argomento. Più facile parlare di un senso unico.

Ricordo che nella seconda metà degli anni Novanta era un tema caro all’allora sindaco Edoardo Preger. Sosteneva che dovevamo fare un salto di qualità nella forma di modello imprenditoriale. Erano i tempi in cui cercava di portare Motorola all’ex Arrigoni. Ci andò a un passo, ma tutto sfumò solo per delle dinamiche nazionali. All’epoca a Cesena c’erano in ballo che importanti insediamenti: uno era il centro ricerca di Motorola, il secondo l’inceneritore di pollina. Non se ne concretizzarono nessuno dei due. Ma ci fu un approccio completamente diverso. Per l’inceneritore ci fu una mobilitazione popolare. Giustificata, per carità. Se non altro perché era stato previsto a Pievesestina e non in aperta campagna o in collina lontano da centri abitati. Di Motorola e del suo mancato arrivo nessuno si preoccupò. La notizia non ebbe nessuna eco. 


Quello che mi meravigliò fu il comportamento dell’opposizione. ‘Adesso mi fanno neri’ pensai quando si seppe che Motorola non sarebbe venuta a Cesena. Invece niente. Non dico un’interpellanza. Ma nemmeno un comunicato per rammaricarsi dell’occasione persa. Passò completamente sotto silenzio la notizia che era sfumato uno dei più importanti insediamenti industriali. Ci avrebbero dovuto lavorare un centinaio di ingegneri.

Questo post è stato letto 54 volte

Avatar photo

Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *