Decreto rilancio: facciamo due conti

Proviamo una simulazione

Decreto Rilancio: ma quanto è concreta la possibilità di sostituire un 2020 – devastante per quasi tutti i cittadini italiani, con uno shock per l’economia che non ha precedenti nella storia italiana – e la pioggia di contributi che il governo ha messo in campo per sostenere la difficilissima ripresa?
Provo quindi a simulare la richiesta di contributo, partendo da un caso romagnolo: il signor Cevoli (cognome tipicamente romagnolo, anche di un comico che della romagnolità ha fatto un mestiere) è di Cesena, padre di famiglia, 40nne, titolare di un piccolo bar in centro storico.


Lo stop legato al lockdown gli ha imposto la chiusura del proprio locale per due mesi: due difficili mesi senza guadagnare un solo euro, continuando però ad affrontare le spese. Il decreto appena approvato prevede innanzitutto dei contributi a fondo perduto: cioè un piccolo ristoro per le aziende e che non dovrà essere restituito. A quanto ammonterà? Se ad esempio il bar avrà avuto zero ricavi ad aprile a fronte di 10.000 euro ad aprile dell’anno precedente, Cevoli potrà chiedere il 20% (ha un fatturato annuale tra 100.000 e 400.000 euro) di indennizzo della differenza tra i due anni, quindi 2000 euro. Cui si somma quanto potrebbe avere già incassato ad aprile con il bonus 600 euro.
Ha poi 2.500 euro mensili pagati di affitto per un bar con la serranda abbassata per oltre 60 giorni. E quelli? Il governo introduce un credito di imposta al 60% sugli affitti commerciali. Risultato: dei 7.500 euro pagati in totale per la locazione nei mesi di marzo, aprile e maggio, 4.500 torneranno indietro come detrazione fiscale. O, in alternativa, potranno essere ceduti come credito fiscale al proprietario dell’immobili o alle banche.


Ma per riaprire, Cevoli dovrà mettere mano al portafoglio: per assicurare la distanza tra i tavoli ed installare dei pannelli di sicurezza; per acquistare guanti, mascherine, gel e termoscanner. Ipotizzando 3.000 euro di nuove spese, anche in questo caso il 60% tornerà come credito di imposta: 1.800 euro di sconto sulle prossime dichiarazioni di redditi.
Un ulteriore alleggerimento arriverà dalle bollette: per maggio, giugno e luglio il conto sarà leggermente più basso grazie ad uno sconto sulle utenze elettriche sugli oneri di sistema, cioè quella parte della bolletta che non ha a che fare con le spese legate al consumo. Il che si aggiunge al fatto che a Cesena non pagherà per tutto il periodo l’occupazione di suolo pubblico e che per il periodo di chiusura non dovrà neppure preoccuparsi della Tassa sui rifiuti.


Ma Cevoli, non lavora solo. Abituato ad andare al lavoro con i mezzi pubblici (lo scambiatore dall’Ippodromo), ma scoraggiato dal rischio assembramenti, potrebbe valutare l’acquisto di una bicicletta. Se sceglierà un modello da 300 euro, lo Stato attraverso un voucher gliene restituirà 180. Non subito, perché al momento dell’acquisto dovrà sborsare tutti i 300 euro ma, inserendo i dati dello scontrino in una piattaforma dedicata, potrà accedere al rimborso del 60% di quanto speso.


Da tempo, come tanti, poi Cevoli pensa di provvedere ad efficentare dal punto di vista energetico la sua casa. Se deciderà di rimettere mano ai muri, intervenendo sul cosiddetto “cappotto termico”, cioè sul corretto isolamento dei muri, potrà allo stesso tempo approfittare per rifare i propri vecchi infissi di legno, sostituendoli con altri in materiali migliori. Per l’intera operazione, se realizzata a partire da luglio, potrebbe non spendere nemmeno un euro. Il nuovo ecobonus al 100% reintroduce infatti la possibilità di sconto in fattura, con l’impresa che si farà carico della spesa intera dell’intervento, potendo poi in un secondo momento portare in detrazione il 110%. Tradotto: svolgendo un lavoro per 30 mila euro, il cliente pagherà zero e l’azienda potrà riavere dallo Stato in 5 anni 33 mila euro.


Aspettando di ristrutturare casa, con o senza una bici nuova, il ritorno al lavoro per Cevoli e per sia moglie, con le scuole che restano chiuse, rischia di essere un grosso problema. Infatti, chi può prendersi cura di loro figlio? Il governo ha previsto fino 1.200 euro da spendere per il cosiddetto bonus babysitter senza limiti di reddito. E se trovare una babysitter rischia di essere un’impresa impossibile, l’importo può essere corrisposto anche ai nonni che si prendono cura dei propri nipoti.
Ma Cevoli pensa anche alle vacanze. D’altra parte fare il barista in centro a Cesena non è proprio il massimo ed in agosto due settimane in un hotel ci stanno proprio. Dove? Ma a Cesenatico, dove l’hotel Mariuccia gli ha assicurato una quota/costo di 500 euro a settimana Per i 1000 euro di spesa prevista, 300 dovrebbero essere scontati subito dall’Hotel ed altri 200 verranno scontati in dichiarazione dei redditi l’anno successivo.
Non male, come prospettiva, per Cevoli!

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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