Chi tutela i più deboli?

Per dare un segnale importante basterebbe imitare la Spagna

CESENA. Con questa crisi chi tutela i più deboli? Lo dice lo scrittore Gianrico Carofiglio in un’intervista a La Stampa nella quale punta l’indice accusatore contro la politica. In particolare verso i 5Stelle che ritiene portino con sé contraddizioni insanabili, per quello “hanno fallito, pur incanalando bisogni veri”. Un’accusa giustificata, ma quello dei grillini era un  fallimento annunciato. Però le loro contraddizioni e la mancanza di risposte adeguate rispetto alle proposte sono solo la punta di un iceberg di una politica che sa promettere senza mantenere. 

Eppure cercare di tutelare i più deboli dovrebbe essere la priorità di qualsiasi forza politica. Essenzialmente per un motivo di civiltà, ma anche perché è fondamentale per l’economia del paese che può crescere proprio dando più capacità di spesa ai redditi bassi, ma con manovre credibili, non con carrozzoni come il reddito di cittadinanza. 

In Italia però c’è il problema che mancano i soldi e visto l’alto debito pubblico il governo non può permettersi di aprire il portafoglio a fisarmonica. Bisogna trovare i soldi e per farlo serve pescare da chi ne ha di più. E’ un passaggio indispensabile. Ma in Italia, ogni volta si prova a fare qualcosa, ci si straccia le vesti parlando di esproprio proletario e viene rilanciato lo spettro della patrimoniale. Il primo a farlo è Berlusconi, ma è sempre in buona compagnia. 

Eppure c’è chi lo ha capito. E’ la Spagna che imporrà una tassa straordinaria sulle banche come strumento per contribuire agli sforzi del paese di fronte all’inflazione e agli impatti economici della guerra in Ucraina. Rimarrà in vigore per due anni e punta a raccogliere 1,5 miliardi di euro all’anno. Il primo ministro Pedro Sanchez ha anche aggiunto che l’imposta sugli extra profitti delle compagnie energetiche garantirà introiti per due miliardi l’anno per dieci anni.

Inoltre negli interventi annunciati dal capo del governo ci sono anche aumenti dei sussidi per i trasporti. Saranno totalmente detraibili gli abbonamenti per i viaggi in treno. Gli studenti sopra i sedici anni che già beneficiano di un sussidio potranno ottenere una borsa di studio complementare per altri cento euro.

Perché la Spagna può farlo e l’Italia no? Boh.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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